I rituali dell’Hajj, incluso il venerare la Ka‘bah, non sono considerati rituali pagani?

Esiste una grande differenza tra il paganesimo e il rispetto di certi luoghi e rituali, siano essi religiosi, nazionali o etnici.

Secondo l’opinione di alcuni studiosi, ad esempio, l’atto di lanciare i ciottoli contro le Jamrahs (i pilastri simbolici) rappresenta il nostro dissenso nei confronti del diavolo e il nostro rifiuto di seguirlo. È un simbolo che imita l’esempio di Abramo (pace su di lui), il quale scagliò pietre contro il diavolo quando questi gli apparve cercando di impedirgli di eseguire il comando del suo Signore di sacrificare suo figlio. Allo stesso modo, il Sa‘y (il camminare a passo svelto) tra Safa e Marwah è un simbolo dell’esempio di Hājar, che percorse quel tragitto in cerca di acqua per suo figlio Ismaele. In ogni caso, e indipendentemente dalle interpretazioni in merito, tutti i rituali dell’Hajj sono finalizzati a stabilire il ricordo di Allah e a indicare obbedienza e sottomissione al Signore dei mondi. Non sono concepiti per adorare pietre, luoghi o persone. L’Islam, nel frattempo, chiama ad adorare un unico Dio, il Signore dei cieli, della terra e di ciò che vi è tra di essi, il Creatore e Sovrano di tutte le cose. Imam Al-Hākim nel suo Al-Mustadrak e l’Imam Ibn Khuzaymah nel suo Sahīh riportano, sulla base dell’autorità di Ibn ‘Abbās (che Allah sia soddisfatto di lui), che questi rituali sottolineano esclusivamente la devozione ad Allah.

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